Il contenuto diventi esperienza trasmessa (C.Finesi)

Il contenuto diventi esperienza trasmessa (C.Finesi)

Il contenuto diventi esperienza trasmessa (C.Finesi) Si è svolto mercoledì mattina,12 luglio, l’incontro degli insegnanti di religione con il vescovo Marco Salvi. Dopo la preghiera per gli educatori di Don Tonino Bello, il direttore dell’Ufficio scuola diocesano Erasmo Di Giuseppe, ha fatto un’introduzione, ricordando che Marco Salvi ci aveva già incontrati per la celebrazione eucaristica per la quaresima di carità. Il vescovo, iniziando il suo intervento, si è interessato dell’immissione in ruolo di noi insegnanti di religione cattolica (Idr). Di Giuseppe aggiorna i presenti sul disegno di legge n. 1239 di conversione del decreto-legge n. 75 del 2023. In particolare anche la Cei e i sindacati hanno espresso apprezzamento per l’aumento dei posti di cui all’art. 20, comma 6 per destinare il 70% alla procedura straordinaria e il 30% alla procedura ordinaria. Adesso si resta in attesa dell’emanazione dei relativi bandi. Dopo questo momento tecnico iniziale, il vescovo ha fatto il suo saluto e intervento, ricordando la grande responsabilità che abbiamo: «Siamo in un momento anche della Chiesa, di profondo malessere, il Papa l’ha definito un malessere, che è un cambiamento d’epoca. Quindi tutti siamo chiamati a rimetterci in discussione, compresa la Chiesa». Gli IdR in particolare sono «un’espressione della Chiesa, particolare, con una grande responsabilità a livello educativo, perché oggi la sfida che viene offerta da questa società, è soprattutto dentro l’aspetto educativo. Siamo chiamati corresponsabilmente a partecipare alla vita della Chiesa stessa. Non sto dicendo che siete chiamate a fare catechesi, no. Però siamo tutti nella stessa barca per poter offrire a questo mondo così disgregato e privo di contenuti, quindi privo di vita, una possibilità, un’ipotesi con cui confrontarsi e prendere sul serio la vita. Quindi la sfida educativa, non è solo trasmettere contenuti, ma educare; significa: condurre verso. L’ipotesi educativa è che la fonte culturale della nostra società, del nostro essere, è il cristianesimo». Il Vescovo che ha insegnato per vent’anni storia dell’arte, si è reso conto che non esiste neutralità nell’insegnamento, si tratta di dare un’ipotesi che ti conquista il cuore e così diventa ipotesi per la vita. La sfida educativa fa confrontare l’interlocutore, che è il ragazzo, con la realtà umana che ha di fronte. Per l’educatore sono importanti alcuni aspetti. «Se l’educatore non vive l’esperienza fondante della sua vita, che offre ai ragazzi? La neutralità non esiste, siamo chiamati a portare ciò che abbiamo, ed è diventato un fattore decisivo per la propria vita. Quindi un buon educatore vive prima lui, per sé, questa posizione umana nei confronti della vita. Gli insegnanti che mi sono rimasti nel cuore, sono coloro che avevano una carica umana. Se prima di tutto non vivete voi questa bellezza della vita, non siete neanche capaci di trasmetterla. Non siamo funzionari che danno solo contenuto; l’unica cosa è la nostra capacità di stare di fronte alle persone con quella carica che si vive prima di tutto noi, ed è per questo che siete parte della Chiesa». C’è un secondo aspetto molto importante: l’Irc non è una branchia staccata dalla Chiesa: «Se non si fa rete, cioè unità, puoi essere bravo quanto vuoi, ma sei sconfitto dalla realtà stessa. Cosa significa questo? Che per essere ancora più incisivo nel tuo lavoro, è importante far riferimento all’unità della Chiesa, perché c’è proprio un rapporto vitale che deve essere aperto con la realtà ecclesiale. Quell’ipotesi che io offro a livello culturale, ha come spazio vitale l’esperienza stessa della Chiesa e della realtà parrocchiale, è questa la bellezza dell’Irc. Siete parte della Chiesa, avete la dignità di portare avanti anche voi la missione della Chiesa e per questo siete chiamati prima di tutto, a vivere questo, perché siete inseriti dentro una realtà più grande. La caratteristica dell’Irc è proprio questa: far diventare il contenuto trasmesso, esperienza». Un primo incontro col vescovo vissuto in armonia, con un approccio sentito e piacevole. Gli arrivi il nostro grazie per questo. * insegnante di religione

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